L’Olimpo Basket saluta Aldo Scavino che purtroppo ci ha lasciati. Firma del giornalismo sportivo albese, ha fatto parte della storia Olimpo per tantissimi anni. Ci teniamo a ricordarlo col sorriso con questo racconto scritto da lui che ci racconta un simpatico aneddoto degli anni Settanta.

“Di Gianpipa e del ghiaccio sintetico”

Testimonianza di Aldo Scavino:

(i fatti narrati sono rigorosamente autentici)

Quando Bruno Boero arrivò ad Alba si trovò immerso in una realtà cestistica molto lontana dagli ideali quasi professionistici che coltivava. Ovviamente si diede da fare per spingere la società a migliorare.

Uno degli aspetti ai quali teneva era l’abbigliamento sportivo: non voleva vedere calze di colore diverso, scarpe di ogni sorta e così via.

Dietro suo suggerimento avevamo iniziato un rapporto con un venditore di Torino, tal Luparia, che ogni settimana arrivava in sede a proporre qualcosa. Un giorno arrivò e improvvisamente chiese: “Ma voi il ghiaccio lo avete?”

Gianpipa rispose prontissimo: “Certo che ce l’abbiamo, altrimenti che cosa mettiamo nel wisky?”

“No, non quello, ma per gli infortuni”.

Boero lo ordinò immediatamente. La settimana dopo arrivarono due scatoloni e Luparia ci spiegò il funzionamento. Gianpipa quel giorno non c’era.

C’erano due tipi di ghiaccio: una busta bianca contenente una sostanza che si trasformava in ghiaccio una volta colpita con un pugno; una busta di plastica trasparente con un gel azzurro che bisognava mettere nel freezer e tirarlo fuori per la partita. Il secondo era riutilizzabile, il primo no. Quando arrivò Gianpipa cercammo di spiegargli il funzionamento, ma lui ci bloccò: “So benissimo io come funzionano”.

Boero lo guardò perplesso, poi disse di portare sempre il ghiaccio agli allenamenti anche per imparare ad usarlo.

Manco a farlo apposta, da quel momento non si infortunò più nessuno.

Una sera andammo a Torino per un’amichevole con la Ginnastica di Maule; giocammo nel palazzetto Fiat di via Guala. Per noi sembrava il paradiso: parquet di legno chiaro (noi giocavamo in via Pietro Ferrero), pulizia estrema, personale in eleganti divise Fiat.

Iniziamo e dopo un po’, finalmente, Pignetti si fa male ad un polso.

Gianpipa scatta come un sol uomo e grida “Ghiaccio”, poi si ricorda di essere lui l’incaricato e prende la borsa. Fruga all’interno ed estrae la busta azzurra con il gel molle, perché non lo aveva messo nel freezer. Tentiamo di dirgli che stava sbagliando, ma ci liquida con un perentorio “So io”.

Inizia a colpire con un pugno la busta azzurra e intanto Pignetti aspetta. Siccome non succede nulla Gianpipa colpisce la busta con sempre maggiore violenza finchè questa si rompe e tutto il gel cade a terra sul parquet immacolato.

 Imperturbabile Gianpipa si china, raccoglie con la mano il gel caduto per terra e lo spalma accuratamente sul polso dell’esterrefatto Pignetti dicendo: “Adesso diventa freddo”.  Quando finalmente riusciamo a convincerlo che aveva sbagliato, tira fuori la busta giusta, ma a quel punto Pignetti, dicendo di rifiutare l’accanimento terapeutico, si allontana.

Intanto fra Pignetti, Gianpipa, Boero e gli altri giocatori tutti hanno messo i piedi nel gel e davanti alla panchina si è creata una zona schifosamente sporca e pericolosa per le scivolate. Sono andato dagli inservienti a chiedere uno straccio, ma in due sono venuti e hanno pulito tutto alla perfezione. Li ho ringraziati, loro, professionalmente, hanno risposto che quello era il loro lavoro, poi uno dei due mi ha chiesto: “Ma voi, esattamente, da dove venite?”.  Ho finto di non sentire.

POSTILLA. L’infortunio di Pignetti non doveva essere tanto grave perchè la domenica giocò una grande partita segnando anche molti punti. Uscendo dal campo, alla fine dell’incontro, Gianpipa mi avvicinò e mi disse: “Eh, allora, chi lo ha messo a posto?”

Aldo Scavino